PFAS

Con il termine PFAS (Per-Fluoro-Alkyl-Substance) si indica il vastissimo gruppo delle sostanze per- e poli-fluoroalchiliche: composti chimici prodotti sinteticamente dell'uomo a partire dalla prima metà del secolo scorso. In natura non esistono in quanto il legame carbonio-fluoro non è presente in natura. Ed è proprio il legame C-F che le rende indistruttibili: resistono ai processi di degradazione fisica, chimica e biologica, operanti in natura. Resistono sia all’acqua che ai grassi, per cui hanno trovato un vastissimo campo di impiego già a partire dalla prima metà del secolo scorso.

Le sostanze perfluoroalchiliche sono infatti usate per produrre rivestimenti antiaderenti di pentole, contenitori per alimenti, sacchetti da popcorn per forno a microonde, impermeabilizzanti per tessuti, pelli, carta oleata, materassi, tappeti, divani, sedili, detersivi, insetticidi, pesticidi e molto altro.

Queste sostanze sono:

• BIOACCUMULABILI

• PERSISTENTI

• TOSSICHE

NEL NOSTRO ORGANISMO AGISCONO COME INTERFERENTI ENDOCRINI

•SONO POTENZIALMENTE CANCEROGENE

SONO GLI INQUINANTI PERFETTI perché Inodore Insapore Incolore

I PFAS si accumulano nel sangue e nei tessuti ed il nostro organismo non è in grado di eliminarli poiché li scambia come molecole utili ed attiva dei meccanismi per evitarne l'eliminazione: il tempo necessario per ridurne del 50% la concentrazione nel nostro sangue, una volta interrotta l’esposizione o l’assunzione, varia tra i 3 e gli 11 anni.

Per questo è indispensabile stabilire VALORE LIMITI ZERO per tutti i PFAS.

Esistono oltre 4000 diverse molecole di PFAS.

Nel 2009 la Convenzione di Stoccolma ha dichiarato il PFOA inquinante POP (Persitent Organic Pollutants - Inquinanti organici persistenti).

Nel giugno 2013 il Comitato degli Stati Membri UE identifica il PFOA come sostanza persistente, bioaccumulabile e tossica (PBT) determinando di conseguenza il suo inserimento nella Candidate list delle sostanze estremamente preoccupanti (SVHC).

Nel giugno 2017, su indicazione dell’ECHA (Agenzia Europea delle Sostanze Chimiche) la Commissione Europea riconosce che il PFOA comporta rischi inaccettabili per la salute umana e l’ambiente.

I PFAS a catena lunga ovvero con una struttura avente 8 o più atomi di carbonio (come il PFOS e il PFOA) sono i più vecchi e più conosciuti: la pericolosità di questi PFAS è stata riconosciuta da tempo per cui non vengono più prodotti ma si trovano ancora in elevata quantità nei nostri corsi d'acqua, nelle nostre falde acquifere, nei nostri mari ed ovviamente nel nostro organismo.

I PFAS a catena corta (costituiti da un catena con meno di 8 atomi di carbonio) sono stati prodotti con l'intento di sostituire i catena lunga, sperando che fossero meno tossici, ma ora si sa che si trasferiscono più facilmente dal comparto ambientale a quello alimentare, con particolare riferimento ad ortaggi, verdura in foglia e frutta. Alcuni di tali composti, detti anche di seconda e terza generazione, sembra abbiano una tossicità simile o addirittura superiore al PFOA, sebbene siano stati ampiamente pubblicizzati come privi di rischio. Inoltre sono più difficili da bloccare con i filtri a carboni attivi, attualmente in uso negli acquedotti, che devono essere sostituiti molto frequentemente con costi elevatissimi a carico dei cittadini.

L'esposizione a PFAS è correlata con:

  • bambini nati con basso peso alla nascita

  • malformazione nei neonati

  • pre-eclampsia

  • diabete gestazionale

  • indebolimento del sistema immunitario

  • mancanza di risposta alla vaccinazione

  • infertilità

  • ipercolesterolemia

  • problemi alla tiroide

  • diabete mellito

  • cancro al testicolo

  • colite ulcerosa

  • cancro al rene

  • linfomi

  • leucemie

  • malattie cerebrovascolari

  • Alzheimer

  • e altro ancora

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