PFAS: quasi 4mila morti in più in 34 anni nell'Area Rossa

Per la prima volta dimostrata un'associazione tra esposizione a PFAS e mortalità per malattie cardiovascolari​

COMUNICATO STAMPA del 6 Maggio 2024

Un nuovo studio recentemente pubblicato sulla rivista scientifica Environmental Health, ha rivelato l'impatto devastante della contaminazione da sostanze per-fluoroalchiliche e poli-fluoroalchiliche (PFAS) sulla mortalità della popolazione che risiede nei comuni veneti più colpiti.​

Nel 2013 in Veneto è stata scoperta una vasta contaminazione delle acque che ha interessato maggiormente i 30 comuni della cosiddetta “Area Rossa”, nelle province di Vicenza, Padova e Verona, dove le PFAS sono state rilevate in concentrazioni preoccupanti nelle acque superficiali, sotterranee e potabili, avvelenando circa 350.000 persone.

La ricerca, condotta dal prof. Annibale Biggeri assieme al suo team dell’Università di Padova, in collaborazione con ricercatori dell'Istituto Tumori della Romagna, il Servizio Statistico dell’Istituto Superiore di Sanità e con il contributo di citizen science del gruppo Mamme NO PFAS, ha evidenziato un aumento della mortalità. Per l'esattezza, dal 1985 al 2018, si è registrato un eccesso di oltre 3800 morti rispetto all'atteso, una morte in più ogni 3 giorni. Per dare un'idea più concreta, è come se in questi 34 anni fosse scomparsa la popolazione totale di due comuni dell'Area Rossa: Orgiano (3000 abitanti) ed Asigliano (800 abitanti).

MORTALITÀ: AUMENTO PER TUTTE LE CAUSE

Lo studio ha rivelato che, dal 1985 al 2018, si è verificato un aumento di decessi per tutte le cause nella popolazione dell'area contaminata. In particolare, per la prima volta, è stata dimostrata un'associazione causale tra l'esposizione alle PFAS e un rischio elevato di morte per malattie cardiovascolari. 

TUMORI: I GIOVANI SONO I PIÙ COLPITI

Tramite l’analisi delle diverse classi d’età, lo studio ha evidenziato un aumento del rischio di insorgenza di malattie tumorali al diminuire dell’età. La popolazione più giovane, esposta ai PFAS già durante l’infanzia, è quella che paga il prezzo più alto.

MAMME PROTETTE, FIGLI AVVELENATI

Sorprendentemente, si è anche osservato un effetto protettivo nelle donne in età fertile. Questo fenomeno potrebbe essere attribuito al trasferimento, già ampiamente documentato in letteratura scientifica, delle PFAS dal sangue materno al feto durante la gravidanza e l’allattamento, e alla conseguente diminuzione di livelli di PFAS nelle madri.

STUDIO DI COORTE: NESSUNA SCUSA

Queste drammatiche evidenze scientifiche sottolineano che non esistono più scuse per ritardare ulteriormente l’avvio dello Studio di Coorte, deliberato dalla Regione del Veneto già nel 2016, ma mai iniziato. E no, il Piano di Sorveglianza Sanitaria non basta perchè ha metodi e obiettivi diversi. In particolare lo Studio di Coorte è fondamentale in questo contesto per diverse ragioni tra cui l’analisi a lungo termine, l’identificazione dei fattori di rischio, il delineamento di informazioni per le politiche di salute pubblica. Pertanto, nonostante il Piano di Sorveglianza Sanitaria fornisca informazioni preziose sulla salute della popolazione esposta, lo Studio di Coorte è un complemento indispensabile per comprendere a fondo l’impatto della contaminazione da PFAS sulla salute umana

Ci interfacceremo con tutti gli enti e le istituzioni preposte perché siano comprese la necessità e l’urgenza di questo Studio di Coorte di cui la popolazione colpita ha diritto!

Questo nuovo studio conferma ulteriormente il livello di tossicità di queste sostanze, che ormai sono presenti ovunque, dall’aria, all’acqua, a quello che mangiamo. Pertanto sosteniamo con forza la necessità di bandire la produzione e l’utilizzo delle PFAS, come intera classe di sostanze, a livello globale.


Per maggiori informazioni, si prega di consultare lo studio completo disponibile al seguente link: 

https://ehjournal.biomedcentral.com/articles/10.1186/s12940-024-01074-2

MAMME NO PFAS

Vicenza | Padova | Verona

info@mammenopfas.org


Mappa delle concentrazioni (ng/L) di acido perfluoroottanoico (PFOA) (pannelli superiori A e B ) e acido perfluoroottansolfonico (PFOS) (pannelli inferiori C e D ) nelle acque superficiali (pannelli di sinistra A e C ) e nelle acque sotterranee (pannelli di destra B e D ) dei comuni della Regione Veneto (nord Italia). Un contorno rosso indica l' area rossa . Luglio 2013–Giugno 2015. Fonte: Agenzia Prevenzione e Protezione dell'Ambiente della Regione Veneto (ARPAV) ( https://www.arpa.veneto.it/dati-ambientali/open-data/idrosfera/concentrazione-di-sostanze-perfluoroalchiliche -pfas-nelle-acque-prelevate-da-arpav . Accesso 14 feb 2024) 
Rapporto di mortalità standardizzato cumulativo (SMR) per tutte le cause per sesso e coorte di nascita (1905–1984) nell'area rossa contaminata da sostanze perfluoroalchiliche e polifluoroalchiliche (PFAS) . Pannello ( A ), maschi; pannello ( B ), femmine. L'area grigia indica la fascia di confidenza del 90%. La linea rossa indica il valore di riferimento. L' area Rossa comprende i 30 comuni delle province di Vicenza, Padova e Verona (nord Italia) collegati all'acquedotto contaminato da PFAS

L'esame del consulente Prof. Grandjean

I PFAS SONO COME L' AMIANTO, EFSA HA SBAGLIATO I CALCOLI

Indignazione per la traduzione inadeguata del consulente tecnico

COMUNICATO STAMPA del 30 Novembre 2023

IL CONSULENTE DI FAMA MONDIALE

In data 27 novembre 2023, presso il Tribunale di Vicenza, nell’ambito del processo per avvelenamento delle acque e disastro innominato a carico di 15 ex manager della ditta Miteni di Trissino (VI), è stato sentito il consulente Philippe Grandjean, Professore di Medicina Ambientale presso l'Università della Danimarca Meridionale, all’Università di Boston e ad Harvard. 

Massimo esperto a livello mondiale di effetti di PFAS sulla salute, per oltre 30 anni Consulente in Tossicologia presso l'Autorità Sanitaria Danese (Ministero della Salute), ha fatto parte anche di numerosi comitati scientifici tra i quali il Comitato Scientifico dell'Agenzia Europea per l'Ambiente (AEA) e il gruppo di esperti sui contaminanti dell'Agenzia Europea per la Sicurezza Alimentare (EFSA).  Dal 2008 si è concentrato sullo studio dei PFAS, in particolar modo sugli effetti di questi inquinanti ambientali sulle prime fasi dello sviluppo umano. È stato consulente in diversi casi di contaminazione da PFAS nel mondo, tra cui quello in cui ha affiancato lo Stato del Minnesota (Stati Uniti d'America) in una causa contro 3M, portando ad un risarcimento di 850 milioni di dollari.

LE EVIDENZE E IL PARALLELISMO CON L’AMIANTO

Il prof. Grandjean ha chiarito come le aziende produttrici di PFAS fossero a conoscenza fin dagli anni ’70 di studi sugli effetti tossici di tali sostanze sia sugli animali che sugli esseri umani, ma li hanno tenuti nascosti e resi pubblici solo dopo il 2000. 

Ha dichiarato che «esiste una documentazione sostanziale che dimostra una chiara associazione tra esposizione a PFAS ed effetti avversi sulla salute umana nella popolazione generale, soprattutto a livelli elevati, come quelli osservati nella “zona rossa” del Veneto». E ancora che «alcuni gruppi di popolazione, come le donne incinte e i bambini piccoli, sono particolarmente vulnerabili e possono subire effetti negativi a livelli di esposizione particolarmente bassi. Alcuni di questi effetti potrebbero essere rilevabili solo in tempi successivi», dichiarando quindi un pericolo per le generazioni future.

Il professore ha evidenziato anche come la valutazione dell’esposizione cumulativa di PFAS nel nostro organismo non possa basarsi semplicemente sulle concentrazioni nel sangue, perché questi inquinanti si accumulano anche nei nostri organi e tessuti, come evidenziato ormai da diversi studi.

Proprio per il fatto che queste sostanze persistono nell’organismo, il prof. Grandjean le ha definite come “il nuovo amianto” in quanto non provocano danni acuti ma a lungo termine.

EFSA HA SBAGLIATO I CALCOLI 

Nel 2020 EFSA ha stabilito che l’assunzione settimanale tollerabile della somma di 4 PFAS è pari a 4,4 ng/kg di peso corporeo, un livello che corrisponde a una concentrazione sierica totale di 6,9 ng/ml. «Anche in questo caso, – continua Grandjean – questo livello viene spesso superato nella zona contaminata, talvolta in modo sostanziale». Inoltre, secondo uno studio pubblicato dallo stesso Grandjean (Jørgensen et al., 2023), «Il limite dell’EFSA è erroneamente elevato a causa di problemi di calcolo» e ha ricordato che nel 2022, l’Agenzia per la Protezione Ambientale degli Stati Uniti «ha raccomandato limiti di esposizione inferiori di un centinaio di volte» rispetto a quelli di EFSA. Ci chiediamo se il Governo italiano ne sia a conoscenza e se si sia confrontato in merito con l’Istituto Superiore di Sanità. Ricordiamo che l’Agenzia per la Protezione Ambientale degli Stati Uniti si è basata proprio sugli ultimi studi effettuati dal Prof. Grandjean per ridurre ulteriormente i limiti di queste sostanze a valori talmente bassi che, di fatto, significano virtuale assenza delle stesse. 

INDIGNAZIONE PER LA TRADUZIONE INADEGUATA DEL CONSULENTE TECNICO

Il professore ha risposto alle domande della Corte e degli avvocati per oltre 6 ore, senza mai mostrare segni di cedimento o rassegnazione nonostante sia stato evidente che l’interprete nominata dal tribunale (che in Linkedin si qualifica come "Esperto di comunicazioni Specialista comunicazioni di marketing Assistente di direzione Coordinatore eventi") non fosse in grado di fornire una traduzione adeguata tanto delle domande che delle risposte, non avendo una sufficiente dimestichezza con la lingua italiana, né ha mostrato alcuna conoscenza del linguaggio tecnico, per cui la traduzione italiana è stata una sistematica storpiatura di termini e di frasi.

Poiché questa è la seconda volta che succede, dopo il caso dell’esame dell'avv. Robert Bilott che rese necessaria una seconda udienza per la nomina di due interpreti in sostituzione della traduttrice iniziale risultata inidonea, il nuovo errore nella nomina in cui è incorso il tribunale ci appare semplicemente incomprensibile.

Siamo indignate non solo per la totale inadeguatezza dell'interprete nominata per l’esame di un consulente tecnico su argomenti delicatissimi, ma anche per il fatto che l’esame è risultato completamente travisato. 

Si tratta di una mancanza di rispetto non solo nei confronti del consulente, ma anche delle parti civili e di tutte le persone che hanno fatto uno sforzo economico significativo per nominare un esperto tanto importante, e infine nei confronti di tutte le vittime di quella che è considerata ad oggi la più grande contaminazione da PFAS al mondo per numero di persone coinvolte e per gravità di esposizione.

RINVIO AL 22 GENNAIO

Proprio a causa dell’inadeguatezza della traduzione, i tempi della testimonianza del Prof. Grandjean si sono dilatati per cui non è stato possibile concludere il controesame. Tornerà il 22 gennaio 2024. Con la nomina della stessa interprete!

LA RACCOLTA FONDI CONTINUA

Il prof. Grandjean è consulente delle parti civili coinvolte dalle MAMME NO PFAS, del Comune di Lonigo, di Greenpeace e di Italia Nostra. La sua presenza ieri in tribunale a Vicenza è stata possibile anche grazie alle offerte raccolte dal nostro ​​Comitato Raccolta Fondi per Azioni Legali​ e per questo ringraziamo tutti coloro che hanno contribuito e che vorranno ancora aiutarci.


MAMME NO PFAS

La Procura riapra il procedimento: nuove patologie correlate ai PFAS

COMUNICATO STAMPA

Vicenza | Padova | Verona - 20 ottobre 2023

Apprendiamo con amarezza l'avvenuta archiviazione da parte del GIP presso il Tribunale di Vicenza del procedimento penale per le malattie degli operai Miteni.

Al netto degli aspetti giuridici della vicenda, osserviamo che non c'è progresso senza conciliare salute e lavoro, e che non è dignitoso per l'uomo interrogarsi ogni giorno su cosa scegliere: portare a casa il pane o preservare la salute?

Diciamolo chiaramente: i PFAS sono dentro tutti noi, sono un problema di salute pubblica che accomuna e prescinde dal fatto che uno possa ammalarsi di tumore, avere il colesterolo alto oppure vivere anni nell’angosciante attesa che una patologia si manifesti.

I figli di chi fa profitto con lo sversamento dei PFAs sono forse diversi dai figli di chi subisce la contaminazione? Ma non sono forse tutti i figli, indiscriminatamente, ad essere avvelenati in nome del profitto, dell’indifferenza, dell’arroganza?

Agli operai diciamo: Non demordete e noi con voi non demorderemo!

A fronte di nuovi studi e delle deposizioni dei vari esperti nel processo in corso – tra cui il dottor Fletcher, consulente della Procura della Repubblica di Vicenza –, si è accertato che la comunità scientifica ha ampliato l’area delle patologie sicuramente correlate ai Pfas rispetto a quanto considerato nella richiesta e nel provvedimento di archiviazione per le patologie dei lavoratori.

Di questo tengano conto i PM e i Giudici del Tribunale di Vicenza.

Ormai è certo, i PFAS provocano gravi danni sanitari per tutte le persone esposte: Lavoratori e cittadini!

MAMME NO PFAS

Studio epidemiologico nell'area contaminata da PFAS: si riparte?

COMUNICATO STAMPA

Vicenza | Padova | Verona - 11 ottobre 2023

Apprendiamo dalla stampa che la Regione Veneto avrebbe finalmente deciso di procedere all’avvio dello studio epidemiologico sulla popolazione esposta a PFAS.

La questione era tornata nuovamente alla ribalta lo scorso luglio, in seguito alla deposizione in Corte d’Assise a Vicenza del Dr. Pietro Comba, epidemiologo dell’ISS, che faceva riferimento proprio alla mancata attuazione dello studio epidemiologico di coorte residenziale sulla popolazione esposta a PFAS. Dall’articolo si evince che è nuovamente ISS ad essersi espresso nell’agosto scorso sull’importanza dello studio epidemiologico e che anche la Regione Veneto, a distanza di oltre sette anni dall’averlo deliberato (con DGR del maggio 2016) dichiara che «Tale approfondimento, condotto sulla base del lavoro già svolto, è ritenuto utile allo sviluppo di conoscenze di cui beneficerebbero le popolazioni locali e non da ultimo il quadro scientifico internazionale». 

Siamo molto soddisfatti di questa notizia che rimette al centro della discussione la fondamentale importanza dello studio epidemiologico, cosa che abbiamo da sempre sostenuto.

Riteniamo fondamentale che la Regione Veneto si esprima quanto prima sulla questione, chiarendo:

di chi sarà la “governance” dello studio? Dell’ISS (come auspichiamo e sarebbe normale che fosse) oppure di Azienda Zero (che francamente non si vede come possa coordinare scientificamente l’ISS)? 

quali sono le tempistiche di effettuazione dello studio? Attendiamo chiare informazioni in merito visto quanto accaduto dal 2016 ad oggi;

come sarà garantita la partecipazione dei cittadini, ormai imposta da tutti i nuovi protocolli epidemiologici, essendo le comunità locali i soggetti che in primis hanno subito (e continuano a subire) la grave contaminazione da PFAS?

Chiediamo da anni che venga effettuato uno studio di questo tipo per comprendere l’impatto che sta avendo il nostro ambiente contaminato su di noi, ma soprattutto sui nostri figli, perché la salute delle persone è legata indissolubilmente alla salute dell’ambiente in cui si vive

Questo è alla base del principio ONE HEALTH, e di questo tema si sta parlando al convegno del Chemical Working Group a Bruxelles a cui stanno partecipando le nostre mamme Cristina e Laura.

MAMME NO PFAS

Facce da Pfas è un progetto delle Mamme No Pfas attraverso il quale le persone, che lo desiderano, possono partecipare liberamente senza alcun vincolo mettendo la propria faccia a testimonianza di quanto accaduto in Veneto. Noi abbiamo usato la fotografia, ciò che ferma il tempo per un millesimo di secondo e ritrae l'espressione dei volti delle persone che con un cartello in mano denunciano e chiedono per loro e le proprie famiglie. 

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