Qui sotto sono elencate le tappe principali del nostro percorso sulla vicenda PFAS; indicarle tutte sarebbe impossibile poichè dal 2017 ad oggi non è passato giorno in cui non ci siamo dovute confrontare, discutere, decidere e preoccupare.
Qui sotto sono elencate le tappe principali del nostro percorso sulla vicenda PFAS; indicarle tutte sarebbe impossibile poichè dal 2017 ad oggi non è passato giorno in cui non ci siamo dovute confrontare, discutere, decidere e preoccupare.
Tutto è iniziato nel...marzo 2017 - In seguito alle prime risposte del biomonitoraggio, le mamme iniziano a prendere coscienza della pericolosità e della gravità della contaminazione.I primi risultati dello screening effettuato sui giovani tra i 14 e i 29 anni vanno oltre le peggiori aspettative: i valori di questi ragazzi superano di 30-40 volte quelli della popolazione non esposta (tra 1,5 e 8 ng/ml). Ragazzi di 14-15 anni con valori di 80, 120, 350 ng/ml di PFAS nel sangue... A questo punto, 4 mamme, amiche da molto tempo, iniziano a preoccuparsi di tali risultati e, tramite contatti scolastici, parrocchiali e di altro genere, in pochi giorni si ritrovano ad essere in centinaia e formano il Gruppo Mamme NO PFAS.
La Commissione Parlamentare di inchiesta 12 maggio 2017 - A Lonigo, le mamme partecipano ad una serata infuocata organizzata dal Coordinamento Acqua Libera dai PFAS e da Legambiente dal titolo IN NOME DEL POPOLO INQUINATO. La verità sui PFAS. In quella serata vengono presentati in anteprima i corposi contenuti della Relazione sull’inquinamento da PFAS in Veneto della Commissione Parlamentare di inchiesta sugli ecoreati. A presentarli è la senatrice Laura Puppato in qualità di membro della Commissione che ci mette davanti, in maniera inequivocabile, una realtà durissima fatta di anni di omertà e consapevolezza di inquinare. La rabbia delle mamme diventa incontenibile, la serata segna una svolta.
La Marcia dei Pfiori14 maggio 2017 - Le Mamme NO PFAS sono davanti alla Miteni e partecipano alla Marcia dei Pfiori a difesa dell’acqua, del territorio e dei suoi abitanti. La marcia è organizzata dalle associazioni NO PFAS già presenti sul territorio e conta circa 2.000 partecipanti.
Le Mamme NO PFAS bussano a tutte le porteDopo la Marcia dei Pfiori iniziamo una lotta che ci porta a chiedere incontri con le tutte le Istituzioni. Niente e nessuno ci spaventa, c’è in gioco la salute dei nostri figli! In pochi mesi siamo in 1.500 e si aggiungono mamme e genitori delle province di Padova e Verona.Iniziamo a pressare i Sindaci al fine di avere acqua sicura nelle scuole e per la preparazione dei cibi nelle mense scolastiche. La vita nelle nostre famiglie cambia drasticamente: per la preparazione dei cibi iniziamo ad usare l’acqua in bottiglia perché non ci fidiamo più dell’“acqua del Sindaco”. Incontriamo tutte le Istituzioni per cercare insieme di comprendere e risolvere il problema. Dai Sindaci, ai vertici Ulss e della Regione, da Coldiretti a Confagricoltura, dalla Provincia di Vicenza all’Arpav, dai periti chimici ai medici, dai parroci fino ai vescovi, trovando l’appoggio anche del Santo Padre. Oltre 120 incontri fatti in 18 mesi. Gli unici a non volerci incontrare sono i dirigenti di Confindustria.
La relazione del NOE di Treviso13 giugno 2017 - Nuovi elementi e approfondimento sul grave inquinamento da PFAS. La novità contenuta nella Relazione del NOE di Treviso è che Miteni, nella vecchia composizione sociale che faceva capo alla Mitsubishi Corporation, era a conoscenza dell’inquinamento del terreno e della falda nel suo sito. Questo risulta infatti dalle relazioni delle indagini ambientali commissionate nel 1990 alla società Ecodeco di Giussago, e successivamente, tra il 1996 e il 2009, alla Erm Italia Spa, società di consulenza leader a livello internazionale nel settore ambientale.Il 6 luglio 2017 una delegazione di Mamme NO PFAS si reca a Treviso, nella sede del NOE e subito dopo si organizza una prima manifestazione davanti alla Procura di Vicenza.
Le raccomandate inviate alla Miteni25 agosto 2017 - Vengono inviate 302 raccomandate alla Miteni di Trissino, allegando le analisi dei figli, dei pozzi privati e anche solo per denunciare il patema d’animo che la popolazione sta subendo a causa della loro condotta.
Primo incontro in Regione Veneto6 settembre 2017 - Le Mamme NO PFAS incontrano il governatore Luca Zaia, gli assessori regionali e il dott. Domenico Mantoan, assessore alla sanità della Regione Veneto. Portano le analisi dei loro figli. Non sentendoci sicure con i soli filtri installati nel 2013, chiediamo che vengano rivisti i limiti per i PFAS in maniera stringente, altrimenti pretenderemo la fornitura di acqua pulita con le autobotti.
Incontro pubblico a Montagnana11 settembre 2017 - "Pfas: il veleno invisibile". Sala gremita all' incontro di approfondimento sul tema della contaminazione da sostanze perfluoroalchiliche promosso dal comitato dei genitori montagnanesi. Alla conferenza, sono intervenuti il dottor Gianni Fazio, medico dell’Isde, l’avvocato Edoardo Bortolotto, di Medicina democratica Onlus, e il dottor Francesco Basso, ex ispettore dell’Arpav ed esperto in siti inquinati.
La Commissione Parlamentare di Inchiesta14 settembre 2017 - Le Mamme NO PFAS e i cittadini dei vari gruppi NO PFAS vengono invitati ufficialmente in Prefettura a Vicenza dalla Commissione Parlamentare di Inchiesta sugli ecoreati da PFAS e la nostra testimonianza viene ascoltata e verbalizzata agli atti.26 settembre 2017 - La Regione Veneto abbassa i limiti di PFAS consentiti nell'acqua potabile a 390 ng/L.
Incontro pubblico con il Dott. Vincenzo Cordiano14 settembre 2017, Lonigo. Sala strapiena per il medico ISDE che già dal 2006 lanciò l’allarme PFAS vedendo, tra i suoi pazienti abitanti nella zona rossa, troppe patologie sospette. Un medico osteggiato dalle Istituzioni per la verità scomoda che racconta. Suo lo studio importantissimo condotto in collaborazione con Enea ISDE sull’incidenza della mortalità dal 1981 al 2000 nelle zone contaminate. Seguiranno numerosi suoi incontri nei vari Comuni.
Incontro pubblico con il Vescovo di Vicenza Beniamino Pizziol15 settembre 2017, Lonigo. Serata emozionante che vede il Vescovo schierarsi completamente dalla parte delle Mamme NO PFAS, prendendo in carico una serie di richieste che esaudirà, tra cui presenziare alla grande manifestazione di Lonigo portando la sua benedizione. Verrà letta insieme la preghiera per l’acqua pulita scritta da una nonna NO PFAS.A dicembre Papa Francesco ci scrive una lettera per farci sentire il suo sostegno ed appoggio nella lotta in difesa della salute dei nostri figli.
Incontro con l’Avv. Robert Bilott1 ottobre 2017 - I diversi gruppi NO PFAS del Veneto ospitano al Teatro Comunale di Lonigo l’avvocato americano Robert Bilott che ha combattuto e vinto contro la DuPont, il colosso chimico che ha sversato nel fiume Ohio ingenti quantità di PFAS. I cittadini americani, sono stati risarciti e l’azienda ha provveduto ad installare filtri per l’acquedotto. La DuPont ha inoltre dovuto garantire a proprie spese la sorveglianza sanitaria sui cittadini inquinati.
La grande manifestazione8 ottobre 2017, Lonigo - 11.000 persone presenti. Con la manifestazione otteniamo che la Regione Veneto abbassi i limiti di PFAS nelle acque potabili di tutta la Regione. In particolare per la “zona rossa” vengono portati allo zero tecnico (sotto i 5ng/l il valore non è quantificabile). Vengono potenziati i filtri installati nel 2013 e cambiati ogni 40 giorni per garantire il risultato promesso.
Primo incontro al Ministero dell'Ambiente con il Ministro Gian Luca Galletti25 ottobre 2017, Roma - I genitori NO PFAS chiedono spiegazioni sui progetti per le nuove fonti perché da mesi c’è un rimpallo continuo tra Stato e Regione Veneto. La Regione sostiene che non ci sono gli 80 milioni di euro promessi, lo Stato lamenta che non ci sono i progetti per poter decretare gli 80 milioni. Pretendiamo chiarimenti e smuoviamo la situazione.
Manifestazione a Venezia6 dicembre 2017, Venezia, Palazzo Ferro Fini - Greenpeace e i gruppi e le associazioni NO PFAS pretendono la bonifica del territorio e interventi verso la Miteni che continua a produrre PFAS a catena corta.
La Commisione Regionale di Inchiesta sui PFASNel dicembre 2017 i comitati NO PFAS e le Mamme NO PFAS vengono convocate ufficialmente a Venezia dalla Commissione Regionale, presieduta da Manuel Brusco, che è stata istituita appositamente dalla Regione Veneto il 29 agosto 2017.
Miteni fa ricorso al TAR18 gennaio 2018 - Miteni fa ricorso al TAR chiedendo ben 100 milioni di euro per i danni di mancati guadagni che potrebbe subire a causa del “caso PFAS”: chi inquina chiede i soldi ai danneggiati. La nostra indignazione è grandissima e segue subito una nostra manifestazione davanti alla Miteni.
Incontro congiunto con Ministero dell'Ambiente e Regione Veneto6 febbraio 2018, Roma - Le Mamme NO PFAS, sono riuscite ad ottenere un incontro congiunto per mettere a confronto le parti. Tre mamme, un papà e l’avv. Edoardo Bortolotto incontrano una quindicina di tecnici. È una svolta importantissima per noi! Ci viene annunciato lo sblocco degli 80 milioni di euro perché finalmente i progetti definitivi per le nuove fonti sono stati presentati, e avremo le fonti pulite. Ci viene promesso che verrà decretato lo Stato di Emergenza prima della fine della legislatura che, tramite la nomina di un Commissario straordinario, ci consentirà di avere le fonti pulite in metà tempo rispetto ai tempi normali.
Manifestazione davanti alla Procura di Vicenza24 febbraio 2018 - Mamme NO PFAS e le associazioni NO PFAS del Veneto con Greenpeace, chiedono giustizia alla Procura. Le Mamme tornano in Procura il 24 aprile 2018 e incontrano il Procuratore capo Antonino Cappelleri.
Il premio Donne, pace e ambiente6 marzo 2018, Roma - Le Mamme NO PFAS ricevono il premio ACQUA Wangari Maathai, consegnato dall’Associazione A Sud Onlus, che ogni anno premia 4 movimenti ambientalisti che vedono le donne protagoniste. Facciamo visita anche alla sede di Greenpeace che lavora al nostro fianco nella lotta contro i PFAS.
Lo stato di emergenza21 marzo 2018, Roma - Il Consiglio dei Ministri delibera la dichiarazione dello stato di emergenza in relazione alla contaminazione da sostanze perfluoro-alchiliche (PFAS) nelle falde idriche e nei territori delle province di Vicenza, Verona e Padova.
Incontro con il Vescovo di Padova Monsignor Claudio Cipolla3 aprile 2018 - Il vescovo di Padova é protagonista del dibattito dal titolo “L’inquinamento da Pfas tra etica, scienza e fede”, tenutosi al teatro Bellini di Montagnana. In tale occasione si sottolinea come la Chiesa diocesana si inserisca nel solco dell’attenzione al territorio e alle problematiche concrete delle persone. Inoltre viene espressa massima condivisione e attenzione alla problematica specifica che colpisce la zona di Montagnana, riguardante un bene primario come l’acqua, che tocca tutti, soprattutto i più piccoli».
Difendiamo Madre Terra dai crimini ambientali22 aprile 2018, Trissino - I gruppi NO PFAS del Veneto, accerchiano simbolicamente l’azienda Miteni. Una giornata ricca di laboratori artistici, adatta alle famiglie e soprattutto ai bambini. L’obiettivo è educare e prendere consapevolezza che quello che ci è stato negato, l’ACQUA, è il bene primario, preziosissimo e insostituibile. Partecipano circa 5.000 persone. Don Albino Bizzotto, dei Beati Costruttori di Pace, celebra la Santa Messa e l’artista israeliana Yael Deckelbaum canta con tutti noi.
La zona rossa viene allargata e i bambini rientrano nello screening21 Maggio 2018 - I Comuni dichiarati contaminati e monitorati passano da 21 a 30. Dopo le nostre ripetute richieste, la Regione Veneto ha inserito nel programma di screening anche i bambini. I filtri vengono ulteriormente potenziati in attesa di fonti pulite.
La nomina del Commissario28 maggio 2018 - il dott. Nicola Dell’Acqua viene nominato Commissario Straordinario per l’Emergenza Pfas. Con lui abbiamo avuto numerosi incontri di aggiornamento sulle nuove fonti di approvigionamento e sui controlli di Arpav.
Le Mamme NO PFAS ritornano in Regione6 giugno 2018, Venezia - Un bel gruppo di mamme e papà, accompagnato dalla dott.ssa Elisa Dalla Benetta, incontra gli assessori e i dirigenti regionali. Sono presenti il dott. Nicola Dell’Acqua, Commissario Straordinario per l’emergenza PFAS, e la dott.ssa Francesca Russo, Direttore Prevenzione, Sicurezza alimentare, Veterinaria, che segue lo screening PFAS e la questione alimenti.
Le Mamme NO PFAS al Parlamento Europeo19 giugno 2018, Bruxelles - Partiamo in 35 – mamme e papà – per incontrare personalmente i parlamentari europei in una conferenza stampa organizzata dal gruppo GUE/NGL, al fine di sensibilizzare il Parlamento Europeo sulle conseguenze della contaminazione da PFAS. Incontriamo i parlamentari della Commissione Ambiente per mettere a conoscenza l’Europa della situazione dei cittadini in Veneto e per scongiurare che, quanto accaduto a noi, non abbia a verificarsi ad altri. Abbiamo ribadito che le Leggi ci sono a partire dalla 2000/60/CE (Gazzetta Ufficiale della Comunità Europea del 22.12.2000) e successive modifiche.
Un nuovo inquinante: il GenXA luglio 2018 si viene a sapere che il Ministero delle infrastrutture Olandese a marzo 2018 ha informato la Regione Veneto di un flusso di rifiuti verso la ditta Miteni che deve estrarre da essi il GenX (Pfas di nuova generazione), mai lavorato da Miteni prima del 2009. Arpav lo cerca e lo trova nella falda a valle di Miteni, fino a 2,5 km di distanza. L’azienda è stata autorizzata dalla Regione Veneto alla sua lavorazione ma non certo alla fuoriuscita di questo composto dai suoi impianti. Questo è un momento di svolta perché dimostra che l’inquinamento è attualmente in corso. Il 6 luglio 2018 organizziamo immediatamente un sit-in davanti alla Procura di Vicenza e chiediamo giustizia subito e blocco immediato della Miteni.
Un altro nuovo inquinante... il C6O43 agosto 2018 - Nella falda viene trovato un nuovo inquinante, il C6O4, e si attua il blocco degli impianti da parte della Provincia di Vicenza, a dimostrazione di una falla negli stessi.
5 giorni e 4 notti di presidio davanti alla Procura di VicenzaDal 24 al 28 agosto 2018 - Siamo presenti, giorno e notte, davanti alla Procura di Vicenza. Partecipano tutte le associazioni no pfas.Chiediamo: • condanna dell’azienda Miteni; • bonifica immediata del sito; • risarcimento danni; • sequestro della Miteni subito.Temiamo che dichiari fallimento e che rimanga impunita lasciando la bonifica a carico della collettività.
Incontro col Ministro dell’Ambiente Sergio Costa11 settembre 2018, Roma - Le varie associazioni NO PFAS venete incontrano il neo eletto Ministro dell’Ambiente Sergio Costa. L’evento è organizzato dal Movimento 5 Stelle e partecipano anche due Mamme NO PFAS.
Il primo progetto12 settembre 2018 - Viene approvato dalla Regione Veneto il primo progetto per le nuove fonti di approvvigionamento. Dai giornali apprendiamo che i lavori inizieranno ad aprile 2019.
Le Mamme NO PFAS a Strasburgo22-23 ottobre 2018 - Due mamme e tre papà, accompagnati dalla dott.ssa Elisa Dalla Benetta, medico di famiglia di Zimella (VR) si recano alla sede del Parlamento Europeo di Strasburgo. L’incontro si svolge alla presenza di tutto il gruppo parlamentare GUE/NGL. L’obiettivo è aggiornare i parlamentari europei sul disastro ambientale in corso e invitarli a portare i limiti attuali per i PFAS a ZERO. Abbiamo espresso la nostra preoccupazione sul testo della rifusione della Direttiva Europea concernente la qualità dell’acqua destinata al consumo umano che non tutela le falde acquifere e, di conseguenza, tutto il ciclo dell’acqua. Tale normativa non protegge i cittadini europei e ciò che è accaduto qui in Veneto si presenta come un rischio per tutti.
Miteni dichiara fallimento26 ottobre 2018 - Miteni delibera il deposito dell’istanza di fallimento e la nostra preoccupazione è che la bonifica venga messa interamente in carico ai cittadini.
La nomina dell'avvocato difensoreDicembre 2018 - Le Mamme NO PFAS nominano l'avv. Matteo Ceruti del foro di Rovigo come difensore di parte offesa nel procedimento contro la ditta Miteni.
Conferenza stampa con il Ministro Costa10 gennaio 2019, Roma - Le Mamme NO PFAS incontrano il Ministro dell'Ambiente Sergio Costa. In conferenza stampa alla Camera dei Deputati presentano un video appello inviato ai Ministri dell'Ambiente dei Paesi Membri dell'Unione Europea, con il quale chiedono che vengano fissati limiti zero per i PFAS nell'acqua destinata la consumo umano. Chiedono che lo Stato fissi limiti di legge a livello nazionale.
Chiusura delle indagini preliminari 14 gennaio 2019 - La Procura di Vicenza chiude le indagini preliminari del primo filone di inchiesta sull’inquinamento da Pfas, con il rinvio a giudizio di quattro giapponesi, ex manager di Mitsubishi, quattro manager riferibili ad Icig e altri cinque tra ex manager e ex funzionari di Miteni, per avvelenamento delle acque e disastro innominato.Rimangono aperte le indagini per altri due filoni d'inchiesta: uno sulla contaminazione da GenX e l'altro su presunte contotte omissive di alcuni funzionari della Regione Veneto e agenzie collegate, come denunciato da Greenpeace.31 gennaio 2019 - L'Ispra, incaricata dal Ministero dell'Ambiente, quantifica il danno ambientale dei Pfas in 136,8 milioni di euro nelle tre province di Vicenza, Verona e Padova. In questo modo il ministero si può costituire in giudizio per quella cifra tramite l'Avvocatura di Stato nel processo alla proprietà della Miteni di Trissino.12 febbraio 2019 - La Regione Veneto chiede di essere ammessa al passivo del fallimento della Miteni Spa per un totale di 4,8 milioni di euro per una serie di spese sostenute a seguito dell’inquinamento da Pfas.
Studio sugli Esiti Materni e Neonatali12 febbraio 2019 - La Regione Veneto conferma i dati del rapporto precedente, ossia un incremento di pre-eclampsia, diabete gravidico, di nati con basso peso alla nascita per età gestazionale (SGA), di anomalie congenite al sistema nervoso e di difetti congeniti al cuore nelle aree a maggiore esposizione a PFAS.
L'appello alle Regioni italiane15 aprile 2019 – Lanciamo un appello in occasione della Conferenza Stato-Regioni. Diffondiamo un video in cui diverse famiglie si rivolgono ai presidenti delle Regioni italiane affinché siano adottati limiti nazionali PFAS ZERO perché quello che è successo in Veneto non accada più a nessuno.
Primo Maggio 2019 a Taranto1 maggio 2019 – Siamo a Taranto sul palco della Manifestazione per il Primo Maggio invitate dai comitati NO ILVA. Nasce ufficialmente la rete nazionale delle Mamme da Nord a Sud: ci spinge un forte desiderio di unirci facendo rete per difendere non solo i nostri territori dalle devastazioni ambientali, ma in particolare il bene più prezioso che sono i nostri figli.
PFAS, quando le mamme si incazzano7 maggio 2019 – Cinema Eliseo di Lonigo: anteprima assoluta di PFAS, QUANDO LE MAMME SI INCAZZANO, video inchiesta del giornalista Andrea Tomasi, in collaborazione con Wasabi Videomakers, sul nostro inquinamento. La presenza in sala del dott. Stopazzolo, Dirigente ULSS 8 e di 200 tra mamme e familiari preoccupati, dà vita ad un dibattito molto acceso. A questa proiezione ne seguiranno molte altre in Veneto, in Trentino, fino in Puglia.
Incontro con la Commissione ecomafie27 maggio 2019 – Si torna a Roma accompagnate dal nostro avvocato Matteo Ceruti per incontrare l’on. Stefano Vignaroli, presidente della Commissione parlamentare di inchiesta sulle attività illecite connesse al ciclo dei rifiuti e su illeciti ambientali ad esse correlati. Siamo preoccupate per la messa in sicurezza del sito Miteni e consegnano della documentazione. Chiediamo che il dossier rimanga aperto e di essere ascoltate in formale audizione da tutta la Commissione.
Miteni all'asta10 giugno 2019 – Scade il termine per l’asta di Miteni. La multinazionale chimica ICI Holding Italia, proprietaria di Miteni, fallita a novembre 2018, vorrebbe rientrare nel sito e avviare una nuova produzione dopo il disastro PFAS. La società indiana Viva Life Sciences Private Limited si aggiudica macchinari e brevetti presenti nell’industria di Trissino.
Tre importanti eventi in un solo giorno a Roma19 giugno 2019 – Conferenza stampa nella redazione de Il Salvagente dove viene presentata la videoinchiesta PFAS, QUANDO LE MAMME SI INCAZZANO. Intervengono il giornalista e autore Andrea Tomasi, il direttore del Salvagente Riccardo Quintilli, il responsabile della Campagna inquinamento di Greenpeace Giuseppe Ungherese e la Mamma No Pfas Michela Zamboni.Incontriamo Papa Francesco: un mare di gocce azzurre con la scritta 0%PFAS 100%HAPPY colora Piazza San Pietro. È un momento tanto atteso che viene vissuto con molta emozione e arriva dopo una corrispondenza epistolare iniziata nel 2017 quando Papa Francesco ci ha scritto: «Andate avanti con pazienza e perseveranza nel cercare le vie buone per la soluzione del problema». In piazza, al nostro fianco, anche il Vescovo della Diocesi di Vicenza Beniamino Pizziol, una rappresentanza delle Mamme da Nord a Sud e il leoniceno Danilo Schenato che consegna al Papa la Bandiera della Pace firmata nei mesi precedenti dagli abitanti di diversi comuni dell’area rossa veneta.Consegniamo una lettera al Ministro dell’Ambiente Sergio Costa per chiedere ancora una volta di fissare limiti nazionali per i PFAS. Chiediamo con forza alla politica una maggiore attenzione per prevenire e risolvere le cause che possono generare disastri ambientali.
L'ultimo saluto a Nadia Toffa16 agosto 2019 – È un giorno triste: Nadia Toffa, la giornalista delle Iene che ha dedicato ben tre servizi al caso PFAS, ci ha lasciate. Abbiamo partecipato all’ultimo saluto per dimostrare la nostra immensa gratitudine per la passione e l’impegno con i quali ha lavorato al nostro fianco.
Audizione in Commissione ecomafie15 ottobre 2019 – Una nostra rappresentanza viene ascoltata dalla Commissione parlamentare di inchiesta sulle attività illecite connesse al ciclo dei rifiuti e su illeciti ambientali ad esse correlati.
“Bonifica per la vita”: grande manifestazione a Venezia20 ottobre 2019 – Oltre 500 persone sfilano dalla stazione ferroviaria fino a Piazza Madonna della Salute: chiediamo la bonifica del sito Miteni. I bambini partecipano ad una caccia al tesoro organizzata da Play the City e arrivati a Palazzo Ferro Fini, sede della Regione Veneto, lanciano aeroplanini di carta con scritti dei messaggi all’interno del cortile.
Le Giornate Ramazziniane26 ottobre 2019 – Le Mamme No Pfas Laura Facciolo e Michela Zamboni partecipano alle Giornate Ramazziniane a Carpi di Modena invitate dal Prof. Philippe Grandjean, scienziato tra i massimi esperti di PFAS a livello mondiale. Incontrano anche la dott.ssa Linda Birnbaum, microbiologa statunitense ed ex direttrice del National Institute for Environmental Health Sciences e del National Toxicology Program. Viene presentata una sintesi degli studi scientifici pubblicati sulla contaminazione da PFAS in Veneto e suscita grande interessa da parte degli scienziati presenti provenienti da diversi Paesi.
PFAS alterano la fertilità10 novembre 2019 – Il Prof. Foresta annuncia di aver scoperto il meccanismo messo in atto dai PFAS che altera la fertilità nella donna.
Finanziamento delle nuove fonti11 novembre 2019 – Arrivano 23 milioni di euro dal Ministero dell’Ambiente che fanno a completare gli 80 milioni che ci erano stati promessi per nuovi approvvigionamenti da fonti d’acqua pulite.
Inizia il processo penale11 novembre 2019 – Inizia il processo a carico di 13 ex-managers di Miteni. I reati contestati sono: disastro innominato e avvelenamento delle acque. Si costituiscono 210 parti civili tra cui quasi 100 cittadini con Mamme No Pfas e 41 ex dipendenti di Miteni. Fuori dal tribunale un grandissimo dispiegamento di forze dell’ordine.
PFAS: problemi a colesterolo e tiroide9 gennaio 2020 – La Regione Veneto diffonde i dati del Piano di sorveglianza sanitaria aggiornato a dicembre 2019: il 34% delle persone analizzate ha valori alterati di colesterolo, il 20% degli under30 ha problemi alla tiroide.
Efsa abbassa le TDI18 settembre 2020 – Efsa stabilisce una nuova soglia di sicurezza: 4,4 ng di PFAS per chilo di peso corporeo alla settimana. I valori sono ancora troppo alti per noi ma per la prima volta oltre a PFOS e PFOA si considerano altre due molecole: PFNA e PFHxS (tutti PFAS a catena lunga).
Il Collegato Ambientale 2020 fissa limiti inaccettabili6-7 ottobre 2020 – Siamo ancora una volta a Roma, davanti al Ministero dell’Ambiente per chiedere limiti nazionali a zero per i PFAS. Nella proposta del Collegato Ambientale 2020 vengono elencate in tabella solo 14 molecole, i limiti imposti sono elevatissimi e manca una sommatoria dei PFAS. Al nostro fianco anche il Comitato Stop Solvay del Piemonte. Veniamo ricevute da una delegazione ministeriale e portiamo a casa un appuntamento al Tavolo Tecnico fissato per il 29 ottobre.
Tavolo tecnico con Ministero dell'Ambiente21 gennaio 2021 – Partecipiamo in videoconferenza al Tavolo tecnico voluto dal Ministero dell’Ambiente per discutere con tutti gli stakeholder “misure urgenti per la riduzione dell’inquinamento da sostanze poli e perfluoroalchiliche da scarichi di acque reflue (PFAS)”. Per la prima volta il Ministero dell’Ambiente ha inserito LIMITI NAZIONALI per i PFAS nella proposta di Collegato Ambientale, ma per noi sono inaccettabili e soprattutto non giustificati da dati scientifici. Per questo abbiamo redatto, assieme al Comitato Stop Solvay, un documento contenente le nostre considerazioni e richieste, e inviato un documento di ISDE Vicenza che ci supporta.
Udienza preliminare del processo Pfas22 marzo 2021 - Nella Giornata Mondiale dedicata all'acqua, finalmente una buona notizia per tutti noi!!Oggi presso il Tribunale di Vicenza il giudice Venditti ha deciso di riunire i due procedimenti della vicenda PFAS in Veneto, che vedono imputati i vertici di Miteni, in un maxiprocesso.In aula si discute sulla forma, valutando il peso e il significato delle singole parole, ma la sostanza è molto semplice: nessuno può permettersi di avvelenare l'acqua, l'ambiente e i nostri figli.
PFAS negli alimenti: il TAR del Veneto dà ragione alle Mamme NO PFAS e a Greenpeace9 aprile 2021 - La Regione Veneto dovrà fornire i dati completi relativi alla presenza di PFAS (sostanze perfluoroalchiliche) negli alimenti. È quanto esprimono le due sentenze pubblicate nella giornata di ieri, 8 Aprile 2020, dal Tribunale Amministrativo Regionale del Veneto che ha accolto i ricorsi presentati dalle Mamme NO PFAS e da Greenpeace, in seguito al diniego da parte delle autorità regionali.
PROCESSO PFAS: tutti rinviati a giudizio i 15 manager della MITENI26 aprile 2021 - Oggi il Gup dott. Roberto Venditti si e' espresso rinviando a giudizio 15 persone tra dirigenti delle multinazionali Mitsubishi Corporation, I.C.I.G. ed ex manager della ditta Miteni di Trissino.I reati contestati vanno dall'avvelenamento delle acque al disastro doloso all' inquinamento ambientale fino alla bancarotta fraudolenta.Ora e' MAXI PROCESSO dato che i due precedenti filoni sono stati riuniti e quindi si tratteranno in un unico procedimento sia i reati fino al 2013 che quelli dal 2013 al 2018.La prima udienza e' stata fissata per il giorno 1 luglio 2021 avanti alla Corte d'Assise di Vicenza.
Visita in Italia del Relatore Speciale dell' ONU , Marcos A. OrellanaDichiarazione di fine visita del Relatore Speciale delle Nazioni Unite sulle implicazioni per i diritti umani della gestione e dello smaltimento ecologicamente corretti di sostanze e rifiuti pericolosiMarcos A. Orellana durante la sua visita in Italia, dal 30 novembre al 13 dicembre 2021
IntroduzioneDesidero anzitutto salutare l'adozione della Legge 68-2015 che ha introdotto nel codice penale italiano la denominazione dei delitti contro l'ambiente, compresi i reati di inquinamento ambientale e disastro ambientale. Prima della legge del 2015, la normativa penale italiana considerava i reati ambientali come illeciti. Ciò ha creato un basso rischio e un'elevata ricompensa per l'attività criminale, che ha alimentato tra l'altro lo scarico illegale e l'incendio di rifiuti pericolosi. La legge del 2015 non solo ha stabilito nuovi reati ambientali, ma ha anche ampliato la gamma di strumenti disponibili per combatterli, tra cui l'estensione della prescrizione (prescrizione), la custodia cautelare e le intercettazioni. Questi cambiamenti sono stati fondamentali per l'efficace indagine e il perseguimento di strutture altamente inquinanti ed Ecomafia.All'inizio di quest'anno sono state approvate modifiche legislative per accelerare i processi giudiziari. Mentre processi più agili e veloci sono obiettivi meritevoli, mi preoccupano i tempi di prescrizione più brevi per i reati ambientali, poiché la loro complessità richiede spesso tempo considerevole per completare le indagini adeguate. Temo che l'applicazione di tempi di prescrizione accelerati possa portare all'impunità per i reati ambientali.Accolgo con favore il fatto che l'Italia disponga di forze di sicurezza specializzate per indagare sui reati ambientali: i Carabinieri per la tutela dell'ambiente e la transizione ecologica. Incoraggio le autorità italiane a promuovere iniziative di cooperazione internazionale per condividere la vasta esperienza e competenza dei Carabinieri nella lotta ai crimini ambientali.L'Italia ha mostrato una forte leadership in materia ambientale, come quando nel 1992 divenne pioniera nella proibizione dell'amianto. In questo contesto, e ricordando questo ruolo svolto dall'Italia, invito oggi l'Italia a ratificare la Convenzione di Stoccolma sugli inquinanti organici persistenti e ad intraprendere azioni decisive per affrontare la contaminazione da PFAS.
VenetoSono seriamente preoccupato per l'entità dell'inquinamento da PFAS (conosciuti anche come prodotti chimici per sempre perché persistono e non si degradano nell'ambiente) in alcune zone del Veneto. Più di 300.000 persone nella regione sono state colpite dalla contaminazione dell'acqua con PFAS, compresa l'acqua potabile. I residenti nella zona hanno sofferto gravi problemi di salute, come infertilità, aborti spontanei e diverse forme di tumori, tra gli altri.La dimensione umana del problema ci è stata illustrata da una delle mamme incontrate durante la visita: “Immagina cosa significa per una mamma rendersi conto di aver avvelenato i propri figli attraverso il latte materno?”Per diversi decenni l'azienda chimica Miteni ha prodotto PFAS a Trissino (Vicenza) e ha rilasciato i suoi rifiuti senza controllo, inquinando le acque superficiali e sotterranee e la catena alimentare, interessando le zone di Verona, Vicenza e Padova. Sebbene i responsabili dell'azienda sembravano essere consapevoli del rilascio di rifiuti e dell'inquinamento risultante, non hanno offerto misure di protezione adeguate ai suoi lavoratori, né hanno divulgato informazioni sulla gravità dell'inquinamento PFAS.Nel 2013, il Consiglio Nazionale delle Ricerche ha informato le autorità regionali della presenza degli inquinanti PFAS. La Regione Veneto ha intrapreso una serie di azioni, come l'installazione di filtri a carbone per la depurazione dell'acqua potabile nelle zone più inquinate e la segnalazione del caso alla Procura. Nel tempo, altre misure hanno incluso la revisione delle autorizzazioni delle aziende che utilizzano i PFAS per stabilire i limiti allo scarico dei PFAS, nonché l'investimento in un sistema di opere pubbliche per portare nell'area acqua non inquinata.Tuttavia, le autorità non hanno avvertito i residenti delle aree colpite e non hanno diffuso le informazioni sull'inquinamento da PFAS e sui rischi per la loro salute. Alcuni residenti hanno appreso del problema della contaminazione tossica nel 2016-2017, quando la regione ha avviato un piano di sorveglianza sanitaria per la popolazione esposta a PFAS nell'area rossa critica.Le autorità regionali stanno anche monitorando la situazione sanitaria di alcuni abitanti e di alcuni prodotti alimentari in relazione all'inquinamento da PFAS. Tuttavia, questo monitoraggio è limitato all'area più inquinata, il che solleva serie preoccupazioni, tra coloro che vivono nelle altre aree interessate, sul livello di inquinamento da PFAS nei loro organismi e sulla sicurezza dei prodotti alimentari che consumano.Prendo atto che il Tribunale di Vicenza ha avviato un procedimento penale per reati ambientali contro 15 imputati coinvolti nelle operazioni Miteni, e ho intenzione di seguirlo da vicino. Prendo inoltre atto che si sono costituite in giudizio alcune parti civili. Nel caso in cui il tribunale dovesse dichiarare la responsabilità civile degli imputati, confido che l'Italia possa cooperare con quelle giurisdizioni in cui gli imputati hanno beni per far valere la decisione del Tribunale, garantire un risarcimento alle vittime e adempiere all'inquinatore principio paga.Ci tengo a sottolineare che l'inquinamento da PFAS, però, non è limitato all'attività dello stabilimento di Miteni. Risulta anche dalle operazioni di piccole e medie imprese all'interno e all'esterno della regione che utilizzano PFAS nei loro processi di produzione e scarico di acque contaminate, comprese ad esempio le industrie tessili e del cuoio.Desidero inoltre sottolineare che l'inquinamento da PFAS non è limitato alla regione Veneto. Tra le altre aree, la contaminazione da PFAS è preoccupante lungo il bacino principale d'Italia, la pianura padana. Sono particolarmente preoccupato per la produzione in corso di PFAS da parte dell'azienda Solvay, a Spinetta Marengo, Alessandria, in Piemonte. Questa operazione potrebbe creare un disastro ambientale simile a quello subito dalle comunità colpite in Veneto.Prendo atto della mancanza della regolamentazione dei PFAS a livello nazionale. Invito l'Italia a compiere i passi necessari verso la restrizione dell'uso di queste sostanze come classe a livello nazionale e ad esercitare una leadership regionale, mentre l'Unione europea si prepara ad affrontare le gravi minacce per la salute e l'ambiente poste dai PFAS. ConclusioneL'Italia dovrebbe intensificare gli sforzi per rimediare agli impatti negativi sul godimento dei diritti umani di decenni di industrializzazione. Le autorità dovrebbero garantire che le industrie utilizzino tecnologie e metodi di produzione che non danneggino la salute dei residenti italiani. Ogni persona ha il diritto di vivere in un ambiente sano e privo di sostanze tossiche.PFAS VENETO - CRITICITÀ E OBIETTIVI per Conferenza Stampa
VenetoSono seriamente preoccupato per l'entità dell'inquinamento da PFAS (conosciuti anche come prodotti chimici per sempre perché persistono e non si degradano nell'ambiente) in alcune zone del Veneto. Più di 300.000 persone nella regione sono state colpite dalla contaminazione dell'acqua con PFAS, compresa l'acqua potabile. I residenti nella zona hanno sofferto gravi problemi di salute, come infertilità, aborti spontanei e diverse forme di tumori, tra gli altri.La dimensione umana del problema ci è stata illustrata da una delle mamme incontrate durante la visita: “Immagina cosa significa per una mamma rendersi conto di aver avvelenato i propri figli attraverso il latte materno?”Per diversi decenni l'azienda chimica Miteni ha prodotto PFAS a Trissino (Vicenza) e ha rilasciato i suoi rifiuti senza controllo, inquinando le acque superficiali e sotterranee e la catena alimentare, interessando le zone di Verona, Vicenza e Padova. Sebbene i responsabili dell'azienda sembravano essere consapevoli del rilascio di rifiuti e dell'inquinamento risultante, non hanno offerto misure di protezione adeguate ai suoi lavoratori, né hanno divulgato informazioni sulla gravità dell'inquinamento PFAS.Nel 2013, il Consiglio Nazionale delle Ricerche ha informato le autorità regionali della presenza degli inquinanti PFAS. La Regione Veneto ha intrapreso una serie di azioni, come l'installazione di filtri a carbone per la depurazione dell'acqua potabile nelle zone più inquinate e la segnalazione del caso alla Procura. Nel tempo, altre misure hanno incluso la revisione delle autorizzazioni delle aziende che utilizzano i PFAS per stabilire i limiti allo scarico dei PFAS, nonché l'investimento in un sistema di opere pubbliche per portare nell'area acqua non inquinata.Tuttavia, le autorità non hanno avvertito i residenti delle aree colpite e non hanno diffuso le informazioni sull'inquinamento da PFAS e sui rischi per la loro salute. Alcuni residenti hanno appreso del problema della contaminazione tossica nel 2016-2017, quando la regione ha avviato un piano di sorveglianza sanitaria per la popolazione esposta a PFAS nell'area rossa critica.Le autorità regionali stanno anche monitorando la situazione sanitaria di alcuni abitanti e di alcuni prodotti alimentari in relazione all'inquinamento da PFAS. Tuttavia, questo monitoraggio è limitato all'area più inquinata, il che solleva serie preoccupazioni, tra coloro che vivono nelle altre aree interessate, sul livello di inquinamento da PFAS nei loro organismi e sulla sicurezza dei prodotti alimentari che consumano.Prendo atto che il Tribunale di Vicenza ha avviato un procedimento penale per reati ambientali contro 15 imputati coinvolti nelle operazioni Miteni, e ho intenzione di seguirlo da vicino. Prendo inoltre atto che si sono costituite in giudizio alcune parti civili. Nel caso in cui il tribunale dovesse dichiarare la responsabilità civile degli imputati, confido che l'Italia possa cooperare con quelle giurisdizioni in cui gli imputati hanno beni per far valere la decisione del Tribunale, garantire un risarcimento alle vittime e adempiere all'inquinatore principio paga.Ci tengo a sottolineare che l'inquinamento da PFAS, però, non è limitato all'attività dello stabilimento di Miteni. Risulta anche dalle operazioni di piccole e medie imprese all'interno e all'esterno della regione che utilizzano PFAS nei loro processi di produzione e scarico di acque contaminate, comprese ad esempio le industrie tessili e del cuoio.Desidero inoltre sottolineare che l'inquinamento da PFAS non è limitato alla regione Veneto. Tra le altre aree, la contaminazione da PFAS è preoccupante lungo il bacino principale d'Italia, la pianura padana. Sono particolarmente preoccupato per la produzione in corso di PFAS da parte dell'azienda Solvay, a Spinetta Marengo, Alessandria, in Piemonte. Questa operazione potrebbe creare un disastro ambientale simile a quello subito dalle comunità colpite in Veneto.Prendo atto della mancanza della regolamentazione dei PFAS a livello nazionale. Invito l'Italia a compiere i passi necessari verso la restrizione dell'uso di queste sostanze come classe a livello nazionale e ad esercitare una leadership regionale, mentre l'Unione europea si prepara ad affrontare le gravi minacce per la salute e l'ambiente poste dai PFAS. ConclusioneL'Italia dovrebbe intensificare gli sforzi per rimediare agli impatti negativi sul godimento dei diritti umani di decenni di industrializzazione. Le autorità dovrebbero garantire che le industrie utilizzino tecnologie e metodi di produzione che non danneggino la salute dei residenti italiani. Ogni persona ha il diritto di vivere in un ambiente sano e privo di sostanze tossiche.PFAS VENETO - CRITICITÀ E OBIETTIVI per Conferenza Stampa
CHEMICAL WORKING GROUP - Bruxelles
10/11 Ottobre 2023Laura Ghiotto e Cristina Cola in rappresentanza del Gruppo Mamme No Pfas partecipano ad una iniziativa organizzata dall' European Environmental Bureau - EEB al fine di ricordare alla Commissione Europea l'importanza di riconoscere la pericolosità di tutte le sostanze Pfas.
10/11 Ottobre 2023Laura Ghiotto e Cristina Cola in rappresentanza del Gruppo Mamme No Pfas partecipano ad una iniziativa organizzata dall' European Environmental Bureau - EEB al fine di ricordare alla Commissione Europea l'importanza di riconoscere la pericolosità di tutte le sostanze Pfas.